E Dio fece le chiocciole, e vide che era cosa buona…
Vi siete mai chiesti quando l’uomo ha iniziato a consumare chiocciole?
Esistono testimonianze risalenti a diverse epoche storiche che provano la volontà dell’uomo di volersi cibare di questo piccolo animale.
Tutto ha inizio nella Preistoria: a questo momento storico risale il ritrovamento di enormi cumuli di gusci di gasteropodi marini e terrestri in diversi insediamenti umani. Alcuni di questi gusti sono stati ritrovati con segni di rottura, per permettere l’estrazione del mollusco. Altri presentano tracce di fuoco, che forniscono indizi sulla pratica di cottura adottata. Questo interesse da parte dei nostri progenitori è stato fortemente influenzato dal progressivo raffreddamento del clima e la conseguente necessità di integrare alla loro dieta vegetale qualche alimento più calorico.
In epoca romana l’abitudine del consumo di chiocciole si diffonde in tutta l’area mediterranea. Esse vengono considerate un piatto particolarmente ricercato e, pertanto, cominciano a nascere i primi allevamenti, detti cochlearie, in cui le lumache vengono ingrassate e preparate accanto ad alimenti come il vino, la farina e il latte. I mucchi di conchiglie trovati accanto alle tombe di Pompei testimoniano il consumo di chiocciole durante i banchetti funebri: l’adattabilità all’ambiente di questi molluschi evocava, probabilmente, il concetto di morte e di resurrezione.
Questa concezione delle chiocciole prosegue nel Medioevo, quando il consumo di questo alimento appare legato strettamente ai ritmi della Quaresima e ai riti funebri. I monaci, di fatto, realizzano intorno ai loro conventi dei piccoli allevamenti di chiocciole per avere sempre a disposizione la carne di questi molluschi da consumare nei periodi di magro dalla Chiesa. Sempre in questo periodo, nelle campagne le chiocciole vengono ingrassate per essere vendute o mangiate durante le numerose ricorrenze popolari.
Più in particolare, a Saint-Guilhem-le-Désert, in Francia, si svolge una solenne processione religiosa per invocare i raccolti abbondanti e, per l’occasione, i lumini sono ricavati da conchiglie di chiocciole.
Allo stesso tempo, in Catalogna la chiocciola è simbolo di buona sorte e prosperità, tanto che fuori dalle porte si vedono spesso sculture giganti raffiguranti questo piccolo animale.
In Italia, poi, inizia a diffondersi l’abitudine di associare il consumo delle chiocciole a particolari ricorrenze come, ad esempio, durante la Vigilia di Natale a Pavia, il Giovedì Santo a Napoli e la sera di San Giovanni in Liguria.
Nel XIX secolo la chiocciola si evolve nel simbolo della raffinatezza gastronomica; di fatto, era una portata fondamentale nei pranzi formali con commensali importanti, come lo Zar di Russia Alessandro Il e il ministro Talleyrand.